Azienda Agricola Barbara Perinu

Produzione e vendita di piante grasse

Vivaio specializzato in cactus,
cactaceae, succulente e caudiciformi

Località Monte Agnese
Alghero (Sassari)
Sardegna

Approfondimenti: il terriccio

Sono stati descritti numerosi terricci la cui realizzazione richiederebbe competenze da farmacista e l’ausilio di un laboratorio chimico.

Vogliamo sfatare questa opinione e suggerire un terriccio semplice da realizzare (che chiameremo terriccio base) anche e soprattutto da chi non è esperto.

Come può risultare anche da altri suggerimenti presenti nel sito, vogliamo dimostrare che la coltivazione delle “piante grasse” può essere fatta con soddisfazione anche da chi si avvicina per la prima volta a questo mondo sicuramente affascinante e magari ha poco tempo disponibile (e forse anche pochi soldi).

Più delle caratteristiche chimiche, sono importanti, per le “piante grasse”, le caratteristiche fisiche della terra in cui vogliamo coltivarle:

Questa deve essere permeabile all’acqua e all’aria, non deve restare umida per molto tempo (in quanto vanno evitati i ristagni d’acqua causa sicura di marciume), ma non deve seccare troppo rapidamente. Inoltre deve essere una terra povera di sostanza organica (leggi: azoto).

Indichiamo di seguito un terriccio base, adatto alla maggior parte delle “piante grasse”, soprattutto cactaceae, facile e semplice, che con semplici variazioni dei componenti può essere adattato anche a piante “particolarmente esigenti”.

Va sottolineato che le indicazioni fornite sono indicazioni di massima e che la composizione del terriccio va anche adeguata alle condizioni climatiche del nostro ambiente.

Terriccio base

1 parte di terra comune argillosa
1 parte di terriccio di foglie
1 parte di sabbia grossolana (2-4 mm)

Nota: La terra comune, di campo,di orto o da giardino, va setacciata con un setaccio a maglia larga per eliminare le parti grossolane.
Il terriccio di foglie si può acquistare presso i negozi di giardinaggio o, per chi ne ha la possibilità, raccogliere nel sottobosco, eliminando le parti grossolane non ancora decomposte.
La sabbia, possibilmente di quarzo, si può trovare presso le rivendite di materiale edile. Va eliminata la parte più fina che renderebbe il terriccio asfittico.

Terriccio minerale

1 parte di terra comune argillosa
1 parte di terriccio di foglie
2 parti di sabbia grossolana (2-4 mm)

Nota: Al posto della sabbia o in aggiunta con essa si può usare del lapillo vulcanico e/o pomice che si reperiscono facilmente presso i rivenditori di materiale edile.
Questo terriccio è adatto per Mesembriantemun,  Melocactus, Discocactus e piante che richiedono un terreno particolarmente drenato e povero di sostanza organica.

Terriccio più fertile

1 parte di terra comune argillosa
2 parti di terriccio di foglie
1 parte di sabbia grossolana (2-4 mm)

Nota: questo terriccio è adatto a piante epifite, tipiche delle foreste, a piante rampicanti, caratterizzate dalla presenza di fogliame, asclepiadaceae, euphorbie ecc.

Approfondimenti: concimi e concimazioni

Un argomento spesso richiesto da chi si è avvicinato di recente al fantastico mondo delle “piante grasse” è quello riguardante la concimazione delle stesse e quali concimi eventualmente usare.

Va subito detto che le cosiddette piante grasse sono generalmente originarie di zone aride, ove la vegetazione è scarsa e, pertanto, anche la decomposizione dei vegetali presenti in natura è praticamente inesistente.

Questo significa che in tale ambiente c’è poca sostanza organica (che nel terreno darà origine all’Azoto e humus) e molta più sostanza minerale (Fosforo, Potassio e microelementi) derivanti dallo sfaldamento di rocce e minerali.

Pertanto, se vogliamo rispettare, seppure in linea di massima, le caratteristiche dei terreni originari, dovremo fornire alle nostre piante un terriccio povero in sostanza organica e ricco in sostanza minerale (si legga la composizione dei terricci suggerita nel sito).

I concimi commerciali sono caratterizzati, generalmente, dalla scritta

  N   .  P  .  K   + (Micro…..)

Ove il primo numero, al posto di N sta per % Azoto, il secondo, al posto di P sta per  % Fosforo il terzo, al posto di K sta per % Potassio. A volte sono presenti altre sostanze in concentrazione minore, dette microelementi perché, seppure altrettanto importanti, sono necessari in quantità decisamente minori.

A titolo di esempio si veda la figura seguente che riporta la composizione di un generico fertilizzante commerciale.

Concime

Il fertilizzante più corretto per la maggior parte delle “piante grasse” dovrebbe avere un rapporto fra i tre elementi principali (detti anche macroelementi) di

  1  :     3   :   5

una parte di azoto ogni tre parti di fosforo e cinque parti di potassio.

Tra i concimi commerciali, non specificamente formulati per le piante grasse, quello che più si avvicina a questa composizione è il concime usato per i pomodori, facilmente reperibile in qualsiasi negozio di prodotti per l’agricoltura.

Se anche non avesse il rapporto indicato (1:3:5) , ma fosse comunque caratterizzato da una composizione prevalente di fosforo e potassio, ritengo che possa comunque essere utilizzato.

Le piante grasse, sono in grado di assorbire e utilizzare abbondantemente l’azoto e, questo comporta uno stimolo sorprendente alla crescita. Le piante sono più “grasse”, caratterizzate da un colore verde intenso, a volte brillante e addirittura lucido, molto distante dall’aspetto rustico e naturale che le stesse mostrerebbero nel loro habitat.

Questi trattamenti sono normalmente usati nelle produzioni di piante commerciali in quanto le piante raggiungono dimensioni adatte alla vendita in poco tempo e mostrano un spetto accattivante e attraente per il potenziale cliente.

Ma madre natura non sempre gradisce le forzature e ben presto presenta il suo conto. La crescita rapida dà luogo a tessuti teneri, privi di resistenza che rendono la pianta particolarmente vulnerabile. Molto spesso queste piante si perdono nel giro di poco tempo, ingenerando la falsa opinione che le “piante grasse” sono difficili da coltivare.

Pertanto, dopo questa doverosa precisazione, torniamo ai nostri concimi e concimazioni.

Se una pianta viene rinvasata ogni anno o al più ogni due anni con terriccio fresco (e adatto) vive bene anche senza nessuna concimazione.
Se tuttavia, vogliamo aiutare un tantino le nostre piante, potremo fornire una modesta quantità di concime preparando una soluzione con 1 grammo (o 1 ml) di concime ogni litro di acqua e innaffiarle con tale soluzione mediamente una volta al mese nel periodo di crescita, che in genere coincide col periodo estivo, preferibilmente di sera, evitando comunque le ore più calde.

Si tenga conto, infatti, che le soluzioni fertilizzanti possono provocare ustioni all’apice vegetativo e alle parti più sensibili,per cui è preferibile usare concimi liquidi adatti alla concimazione fogliare e orientarsi sempre verso le concentrazioni più basse.

Al termine dell’estate, quando le piante avvertono la riduzione delle ore di luce, sospendiamo le concimazioni e per prepararle al riposo invernale, può essere molto utile fornire una o due volte un concime povero in azoto ma con una forte percentuale di potassio (si trovano normalmente in commercio) in quanto il potassio ha la proprietà di indurire i tessuti e conferisce, al contrario dell’azoto, maggiore resistenza alle avversità invernali.

In conclusione, i concimi vanno considerati come armi a doppio taglio. È sempre e comunque preferibile non abbondare, ma acquisire, lentamente nel tempo, una doverosa esperienza, evitando l’illusione di facili traguardi.